Carta della qualità e della sicurezza delle cure per pazienti e operatori sanitari


 Carta della qualità e della sicurezza delle cure per pazienti e operatori sanitari

 

“La carta della qualità e della sicurezza delle cure per pazienti e operatori sanitari” nasce per rispondere all’esigenza comune di fissare i diritti-doveri che cittadini e professionisti reciprocamente si assumono, per assicurare un servizio sempre migliore e contribuire a raggiungere livelli sempre più elevati di qualità e sicurezza.

Il Covid-19, che ha colpito a livello globale e in modo drammatico molti Paesi tra cui l’Italia, ha messo a dura prova le Istituzioni nazionali e regionali e in maniera particolare le strutture ospedaliere e sociosanitarie (RSA), il personale direttamente coinvolto nei reparti e sul territorio (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta), le ASL e i Dipartimenti di prevenzione, etc.

Un’emergenza che ha riguardato l’intera collettività e ha richiesto impegno e responsabilità a tutti i livelli: Stato, Regioni, Protezione civile, professionisti e operatori sanitari e non sanitari, comunità scientifica, aziende, scuola e università, associazioni civiche e di pazienti, la cittadinanza.

Abbiamo fatto esperienza che la sicurezza è una sfida che necessita di collaborazione e sinergie virtuose, da non dimenticare e continuare a praticare anche a cessata emergenza. Abbiamo avuto un esempio tangibile di quanto sia importante adottare le misure di prevenzione per evitare il contagio di un virus facilmente trasmissibile, in primis da parte degli operatori sanitari, dalle persone assistite e dai caregiver.

Per fronteggiare l’emergenza sanitaria sono state impiegate misure di prevenzione/sicurezza anche extra-ordinarie all’interno delle strutture, pur con situazioni molto eterogenee sul territorio: in molti casi, si è resa necessaria una riorganizzazione del personale e dei reparti, attraverso ad esempio percorsi differenziati per gli ingressi e per le uscite in modo da regolare i flussi e consentire una gestione dei percorsi interni in sicurezza, limitare al massimo le possibilità di scambio e contatto e contenere eventuali contagi; si è limitato l’accesso alle persone che presentavano parametri fuori norma della temperatura corporea e della saturazione sanguigna, verificando inoltre che i dispositivi di protezione fossero correttamente indossati per tutto il tempo di permanenza nelle strutture.

L’istituzione di unità operative dedicate a persone con sospetto o accertato COVID-19, l’ampliamento di posti letto in terapia intensiva, laddove possibile e soprattutto nella fase più critica, l’istituzione di reti professionali che hanno messo in comune esperienze sulla diagnosi e terapia della malattia, l’approvvigionamento anche se non sempre tempestivo (per carenza o contingentamento nella distribuzione) di dispositivi e attrezzature sanitarie hanno permesso nel nostro Paese di arginare lo “tsunami” COVID-19 nel nostro Paese.

Durante la pandemia, le società scientifiche sono scese in campo, mettendo a disposizione esperienza e contributi scientifici finalizzati a gestire in sicurezza le situazioni di carattere clinico-organizzativo e assistenziale che si sono presentate in modo improvviso

Dal punto di vista dell’organizzazione sul territorio, si è cercato di garantire al domicilio attività e prestazioni per pazienti più a rischio, mentre le prestazioni in ambulatorio ove possibile sono state effettuate rivedendo la programmazione all’ingresso per evitare assembramenti.

Durante l’emergenza, molti ambulatori e reparti ospedalieri sono stati chiusi o sono rimasti parzialmente attivi, sospendendo l’“ordinario” e gestendo le sole urgenze. Tale misura ha determinato un incremento delle liste d’attesa di tutte quelle prestazioni (es. interventi, visite, esami) considerate differibili e che sono state sospese durante il lockdown.

Tuttora, sono ancora necessarie misure di protezione per far fronte alla minaccia infettiva quali monitoraggio dei parametri essenziali di chi accede alla struttura sanitaria, lavaggio frequente delle mani, distanziamento interpersonale, uso corretto di mascherine e gestione degli accessi ai servizi in sicurezza.

L’uso dei dispositivi di protezione individuale Dall’emergenza sanitaria delCovid-19 abbiamo imparato quanto sia importante utilizzare in modo corretto i dispositivi di protezione individuale (DPI) e quanto sia essenziale l’adesione a comportamenti sicuri da parte della collettività. In primis, la formazione e l’addestramento del personale sanitario e socio-sanitario, anche sull’utilizzo dei DPI, devono avere un continuum durante tutta la vita professionale divenendo prassi consolidata anche dopo l’emergenza.

Inoltre, c’è ancora bisogno di lavorare sull’informazione chiara al cittadino perché sia più consapevole dei rischi, incentivando l’uso coretto dei DPI come strumento di prevenzione e di protezione della propria e dell’altrui salute e non come mero obbligo. È fondamentale informare su come effettuare il lavaggio delle mani (es. con quale frequenza e in quali circostanze), su come va indossata la mascherina, che è importante mantenere il distanziamento di almeno un metro, che i dispositivi di protezione hanno una efficacia limitata nel tempo e che bisogna sostituirli di frequente. In Italia, il Gruppo di lavoro per la prevenzione e per il controllo delle infezioni (IPC - Infection, Prevention and Control), nominato dall’Istituto Superiore di Sanità a seguito dell’epidemia da COVID-19, ha fornito indicazioni per gli operatori sanitari sull’uso dei dispositivi nei contesti assistenziali ; indicazioni in caso di isolamento e assistenza sanitaria domiciliare per i familiari e per gli operatori sanitari su come assistere a casa i pazienti affetti da coronavirus con una forma clinica non grave (es. evitare la trasmissione del virus ad altre persone) ; indicazioni su prevenzione e controllo delle infezioni da COVID-19 nelle strutture residenziali sociosanitarie, ove le persone anziane, con cronicità e/o disabilità sono soggette potenzialmente a maggior rischio di evoluzione grave, se colpite dal virus. Tali Rapporti evidenziano l’importanza della prevenzione e il controllo delle infezioni mediante un approccio scientifico e pratico finalizzato a prevenire i rischi causati dalle infezioni per pazienti e operatori sanitari.

ADOTTARE comportamenti responsabili e pratiche cliniche per la sicurezza;

COINVOLGERE cittadini e professionisti per contare sulla loro expertise, individuare i reali bisogni e attuare acquisti in sanità innovativi, di qualità, appropriati e personalizzati;

FORMARE ed INFORMARE puntando sulla motivazione per creare consapevolezza ed empowerment;

SORVEGLIARE e DOCUMENTARE i fenomeni infettivi;

MONITORARE attraverso strumenti di audit, con l’obiettivo di auto-valutarsi o farsi valutare;

MISURARE gli ESITI per approntare azioni efficaci di prevenzione e di gestione del rischio clinico;

TRASPARENZA rendendo consultabili le informazioni sulla struttura e pubblicando periodicamente report dei monitoraggi su ICA e AMR;

VALORIZZARE l’uso di strumentazioni e servizi tecnologici innovativi di sanificazione ambientale e sterilizzazione (es. adozione di Linee Guida/Indirizzo e capitolati di appalto di servizi con criteri premianti per la tutela della salute e dell’ambiente);

VIGILARE e VERIFICARE periodicamente quanto prefissato e messo in atto.


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